Un circuito di affettività negativa
attivo nelle cure materne
DIANE
RICHMOND
NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 04 marzo
2023.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Forse Roger Sperry, con la sua convinzione di un encefalo
cablato rigidamente “punto a punto” come il midollo spinale, è stato l’ultimo
esponente nelle neuroscienze della visione localizzatrice e schematica della
base cerebrale delle funzioni psichiche, inaugurata dai modelli di Paul Broca e
Carl Wernicke per il linguaggio. Già a metà del Novecento era evidente che il
criterio della ripartizione nei due comparti, sensoriale motorio, pur declinato
nell’organizzazione della corteccia cerebrale con l’omuncolo motorio precentrale
e quello sensitivo post-centrale, non era altro che un filo di Arianna nel
labirinto dell’organizzazione complessiva dell’encefalo, in cui le
specializzazioni corticali, dei nuclei della base e del diencefalo costituivano
solo una parte minore della fisiologia realizzata dalle interconnessioni delle
reti. Evidente già allora, ma purtroppo un po’ per necessità, un po’ per una bias
inconsapevole presente in non pochi ricercatori, si continua a identificare circuiti
e sistemi neuronici – soprattutto se poco indagati – con una singola funzione.
Negli anni Novanta, Robert Ornstein sottolineava nei
suoi saggi che i circuiti neuronici impiegati per stime percettive collegate a bisogni
primari, e quindi di lunga storia evoluzionistica, sono impiegati per giudizi
astratti di potenziale rilievo morale e sociale. Oggi questo concetto dovrebbe
essere incluso fra quelli più elementari nella didattica delle neuroscienze;
eppure, fa ancora scalpore che un circuito identificato senza alcuna evidenza
di univocità o esclusività con una funzione, perché sembra essere attivo in
quel particolare stato del cervello, si scopra partecipe di un’attività che
siamo abituati a catalogare in un ambito concettuale diverso. Citando il nostro
presidente, si può dire che si tratta semplicemente di aver scoperto un nuovo
ruolo di quelle connessioni; una scoperta che, sommata a tante altre, potrà
forse dirci qualcosa dei criteri biologici che, durante l’evoluzione, hanno plasmato
l’anatomia e la fisiologia alla base dell’organizzazione funzionale dell’encefalo.
Di recente, i circuiti che fanno capo all’abenula
laterale sono stati oggetto di studio per differenti ragioni funzionali e,
in particolare, alcune connessioni abenulari configurano quello che si presume
essere il sostrato neurale di affettività negativa nei roditori.
Salvatore Lecca e colleghi facenti capo a Manuel Mameli dell’Università di
Losanna hanno studiato la possibilità che i neuroni dell’abenula laterale (LHb), che ricevono assoni dal nucleo del letto della stria
terminale (BNST), oltre a codificare affetti negativi possano contribuire all’orchestrazione
del comportamento genitoriale di cura dei piccoli.
(Lecca S. et al., A neural substrate for negative
affect dictates female parental behavior. Neuron – Epub ahead of print doi: 10.1016/j.neuron.2023.01.003,
2023).
La provenienza
degli autori è la seguente: Department of Fundamental
Neuroscience, University of Lausanne, Lausanne (Svizzera); Department of Basic
Neuroscience, University of Geneva, Geneva (Svizzera).
I FAP (fixed
action patterns) che caratterizzano le cure genitoriali assicurano la
sopravvivenza e la salute dei piccoli e, allo stesso tempo, limitano gli stati
affettivi negativi negli adulti, che emergono quando dover gestire il distress
neonatale diviene molto impegnativo. Non era fino ad oggi noto se i circuiti
neuronici alla base degli affetti negativi intervenissero nell’orchestrare azioni
genitoriali.
Salvatore Lecca, Manuel Mameli e colleghi hanno
identificato elementi genitoriali distintivi (parental signatures) nei
neuroni dell’abenula laterale (LHb) riceventi
l’innervazione del nucleo del letto della stria terminale (BNST), ossia
nella connessione BNSTLHb. I ricercatori
hanno rilevato che i neuroni della LHb di femmine di
topo vergini accrescono la loro attività in seguito alla vocalizzazione di distress
dei topini neonati e sono necessari per i comportamenti di avversione suscitati
dai richiami dei piccoli.
I ricercatori hanno poi rilevato che l’attività di LHb appariva accresciuta durante la cura dei piccoli, un
comportamento in parte compromesso dalla inattivazione di LHb.
L’identificazione cellulare intersezionale e la
realizzazione di profili trascrizionali hanno associato le cellule BNSTLHb alle cure parentali e hanno delineato un’espressione
genica nelle femmine vergini simile a quella delle madri, ma differente da
quella di topi maschi non padri. Infine, tracciando e manipolando l’attività
delle cellule BNSTLHb, i ricercatori hanno
dimostrato la loro specificità nel codificare affettività negativa e cura dei
piccoli.
Lecca, Mameli e colleghi concludono così
interpretando i dati emersi dal loro studio: un circuito neuronico per l’affettività
negativa elabora i segnali di distress dei topini neonati e guida
le cure materne in modo da limitare il disagio dei piccoli.
L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del
sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Diane
Richmond
BM&L-04 marzo 2023
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